I KPI (Key Performance Indicators) sono metriche quantitative utilizzate per misurare le prestazioni di un’azienda rispetto ai suoi obiettivi strategici. A differenza delle semplici metriche di vanità, i KPI efficaci (come l’OEE nel manifatturiero o il CAC nel marketing) devono essere azionabili: indicano immediatamente dove intervenire per correggere un processo inefficiente.
In questo articolo scoprirai:
- Definizione chiara dei KPI.
- Tipologie e caratteristiche principali.
- Esempi pratici di KPI applicabili in diversi contesti aziendali.
- Consigli pratici per scegliere e utilizzare i KPI.
Cosa sono i KPI in azienda (e perché non sono semplici metriche)
I KPI (Key Performance Indicators) sono indicatori chiave di performance, ovvero metriche misurabili che aiutano a monitorare il progresso verso obiettivi specifici.
Ad esempio, nel marketing digitale, un indicatore potrebbe essere il tasso di conversione di un sito web, mentre nel reparto vendite, il valore dei contratti chiusi in un mese potrebbe rappresentare un indicatore chiave.
Tipologie di KPI
Esistono diverse tipologie di KPI, che possono essere suddivise in:
- KPI strategici: Utilizzati per monitorare gli obiettivi aziendali a lungo termine. Esempi:
- Fatturato annuo.
- Crescita del mercato.
- KPI operativi: Monitorano attività quotidiane o di breve periodo. Esempi:
- Numero di lead generati in una campagna pubblicitaria.
- Tempo medio di risposta del servizio clienti.
- KPI quantitativi e qualitativi:
- Quantitativi: Basati su numeri e dati misurabili (es. ROI, tasso di conversione).
- Qualitativi: Basati su percezioni o feedback (es. soddisfazione del cliente).

Perché i KPI sono importanti?
I KPI non sono solo numeri: sono strumenti strategici che permettono di:
- Valutare le performance aziendali.
- Identificare aree di miglioramento.
- Allineare il team sugli obiettivi.
- Prendere decisioni basate sui dati.
Non cadere in errore
Spesso si pensa che i KPI debbano essere un numero cospicuo, quasi si abbia paura di non tracciare abbastanza. Il punto, però, non è quello di tracciare “abbastanza” ma di tenere aggiornati i dati che ci interessano davvero e che possono fare la differenza. Meglio partire con pochi indicatori ma ben mirati piuttosto che con 30 o 40 che poi è difficile aggiornare. Cinque o dieci sono abbastanza all’inizio per poter sperimentare i benefici di una gestione di questo tipo. Con il tempo, magari, è possibile ampliare ma senza cadere nella spirale di tracciamento continuo che può portare fuori strada.
Come scegliere i KPI: il metodo SMART applicato al B2B
Selezionare i KPI più adatti richiede una profonda analisi e devi avere molto chiaro come farlo. Puoi iniziare seguendo i passaggi qui sotto:
- Definisci chiaramente i tuoi obiettivi: ad esempio, aumentare il traffico sul sito del 20% in tre mesi.
- Identifica metriche rilevanti: scegli indicatori che riflettano direttamente il progresso verso gli obiettivi.
- Assicurati che i KPI siano SMART:
- Specifici: collegati a un’area chiara.
- Misurabili: basati su dati concreti.
- Attuabili: realizzabili con le risorse disponibili.
- Rilevanti: allineati agli obiettivi aziendali.
- Temporizzati: collegati a una scadenza temporale.

Esempi per diversi settori
Ogni settore ha le sue metriche specifiche e avrebbe poco senso pensare che queste possano essere utilizzabili per tutti. Ecco quindi qualche esempio.
- Marketing digitale:
- Tasso di conversione (%).
- Costo per lead (CPL).
- ROI delle campagne pubblicitarie.
- Vendite:
- Valore medio degli ordini (AOV).
- Numero di contratti chiusi.
- Tasso di crescita delle vendite.
- Customer Service:
- Tempo medio di risoluzione dei problemi.
- Tasso di soddisfazione del cliente (NPS).
- Risorse Umane:
- Tasso di turnover del personale.
- Tempo medio per completare una selezione.
5 KPI fondamentali per la produzione (Manifattura e Industria 4.0)
Nel settore della manifattura, i KPI sono essenziali per ottimizzare i processi produttivi e migliorare l’efficienza operativa. Alcuni KPI chiave includono:
- Efficienza complessiva degli impianti (OEE): misura la produttività combinando disponibilità, prestazioni e qualità.
- Tempo di ciclo: durata media per completare un processo. Attenzione: misurarlo manualmente con il cronometro è obsoleto e impreciso; i moderni sistemi MES lo rilevano automaticamente dai macchinari interconnessi.
- Tasso di scarti: percentuale di prodotti difettosi. Nota: un KPI vitale per calcolare i costi occulti che erodono il margine della commessa.
- Lead Time di produzione: tempo totale dalla ricezione dell’ordine alla consegna del prodotto.
- Costo per unità prodotta: spese totali divise per il numero di unità prodotte.
Utilizzando strumenti come software ERP e analisi dei dati in tempo reale, è possibile monitorare questi KPI e identificare opportunità di miglioramento continuo.
Conclusione
I KPI sono indispensabili per chiunque voglia monitorare e migliorare le performance aziendali. Ora che hai compreso cosa sono i KPI, è il momento di applicare questi principi alla tua realtà lavorativa.
Definisci i tuoi obiettivi, scegli i KPI più rilevanti e monitora costantemente i risultati per ottenere un vantaggio competitivo. Vuoi approfondire ulteriormente? Leggi questo articolo sugli OKR.

Il team di Iriday lavora per offrire la migliore esperienza d’uso possibile e, tramite gli articoli del blog, punta a informare il lettore su cosa il software può fare.

3 Replies to “KPI: cosa sono e come utilizzarli bene”
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